La Storia della nostra chiesa
Delle origini della chiesa poco si sà a causa delle frequenti esondazioni del fiume Bacchiglione che hanno distrutto documenti e carteggi dell'epoca. Alcuni documenti del 1100 indirettamente documentano la presenza di una struttura religiosa.
La CHIESA PARROCCHIALE dedicata alla Madonna Assunta è stata ricostruita tra il 1733 e il 1735. Della struttura originaria è probabile che sia rimasto solo il tronco del campanile, rialzato di qualche metro e con una nuova cella campanaria. Fino alla metà del XVI secolo fu soggetta all’Abbazia di Santa Giustina, quando Papa Gregorio XIII l’eresse a vicaria perpetua con beneficio autonomo, facente parte dei beni dell’abbazia andata in commenda. I riquadri ricavati nella facciata risaltano il tono caldo di sapore antico del mattone in cotto; l’interno, a navata unica, in stile settecentesco non presenta elementi decorativi di rilievo. Il soffitto a vela è ornato da un affresco settecentesco di scuola veneziana, raffigurante l’Incoronazione della Vergine. Dal soffitto del presbiterio pende la corona del padiglione in legno. Tre sono gli altari: l’altare maggiore di pregevole fattura: è in marmo rosso di Verona e bianco di Carrara, degno di rilievo è il tabernacolo sormontato da una statuetta in marmo dell’Assunta. Sopra l’organo è posta la pala raffigurante la Vergine Assunta opera dell’abate Conte Ferdinando Suman, nato a Conselve nel 1805.
Gli altri due altari, in marmo rosso e pietra tenera di Costozza risalenti al 1700, si trovano all’interno delle cappelle laterali: la cappella di sinistra ospita l’altare della Madonna composto da due colonne in marmo rosso con capitelli corinzi e sormontato da alcuni angioletti. Il paliotto è impreziosito da degli intarsi in marmo policromo effigianti al centro la Madonna del Rosario ed ai lati i santi Sebastiano e Rocco. L’altare della cappella di destra, originariamente dedicato al Santissimo Crocefisso, ospita la statua di Sant’Antonio ed è gemello di quello della Madonna.
Negli anni la chiesa ha subito dei restauri e ampliamenti perché divenuta insufficiente ad ospitare l’accresciuta popolazione. Una lapide posta all’esterno dell’edifi cio sacro, ricorda che “nell’anno 1608 dal parto della Vergine” (l’8 settembre), l’abate Jacopo Sinio, Protonotario apostolico e Cameriere segreto di Papa Clemente VIII, la restaurò “assieme al monastero di santa Maria”. Dalle iscrizioni su due lapidi poste all’interno della chiesa risulta che essa venne rifatta dalle fondamenta nel 1735, ampliata nel 1773 (secondo lo storico Sartori a spese del monastero di Praglia) e consacrata il 5 giugno del 1775 dal card. Giustiniani, essendo abate commendatario Francesco Fontinio, con il mandato di ricordare ogni anno tale ricorrenza nella domenica IV del mese di settembre.
Il campanile è del ‘600. Il vescovo Modesto Farina, nella visita pastorale del 1826 scriveva: «il campanile di Saccolongo è forte e grande che capirebbe molte campane». Le tre campane che formano l’attuale concerto vennero fuse nel 1922: nel 1943 lo stato maggiore tedesco requisì la campana maggiore per farne armi da guerra, ma la restituì nel corso dello stesso anno. Nel 1989 l’interno della chiesa venne restaurato per intervento del compianto parroco don Renzo Casarin.
Tratto da:
SACCOLONGO E CREOLA STORIA ED ARTE Comune di Saccolongo
L'ISTORIA ECCLESIASTICA PADOVANA Opera di Francesco Scipione Dondi Orologio Vescovo di Padova e Conte di Piove di Sacco